Noemi, un’italiana dai principi solidi e la passione per le lingue
Apriamo le danze!
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Noemi (per me un’amica di lunga data), ci racconta i suoi ultimi 8 anni, dalla laurea a Venezia alla sua vita oggi ad Oslo (Norvegia), in un’intervista che potete vedere a questo link. Di seguito invece l’articolo per chi vuole farsi una lettura ispirante prima di dormire.

Noemi si è laureata a Ca’ Foscari in Relazioni Internazionali Comparate nell’autunno del 2012, e da quel momento è diventata una globetrotter, girando e vivendo in diversi paesi, alla ricerca di una stabilità economica, lavorativa, sentimentale e forse anche della sua vera sé stessa. Ed è così, che dopo un primo anno lavorativo in Italia, che è stato scandito solo da contratti a tempo determinato e promesse poco incoraggianti dei datori di lavoro, la decisione di andarsene è stata facile, e noi abbiamo salutato la nostra amica, che nel 2013 è partita per la grande Australia.
Noemi ci racconta di come l’esperienza in Australia non è stata rosa e fiori inizialmente, perché i soldi erano pochi e il lavoro non si faceva trovare. Eppure, senza abbattersi e affrontando la situazione in modo lucido, ha trovato un modo per gestire il panico, e da lì trovare un impiego che le permettesse di sopravvivere, rinnovare il visto e prendere le misure con il nuovo paese.
Un piccolo insight, per chi di voi non lo sapesse, l’Australia permette ai cittadini di molti paesi europei (inclusa l’Italia) di ottenere un visto detto “Work Holiday Visa” che permette agli under 30 di restare nel paese per un anno, e nel caso in cui si volesse restare a godersi le acque limpide dei tropici, dopo 88 giorni di lavoro nelle farm è possibile ottenere il rinnovo del visto per un secondo anno.
Dopo un’esperienza di lavoro nelle farm, che le ha quindi permesso di restare in Australia un altro anno, Noemi ha trascorso la bellezza di 8 mesi in un paesino nel centro del deserto australiano (Alice Springs) dove ha scoperto tante cose su se stessa e sull’amore.

Ebbene si, questa storia diventa da qui una storia romantica perché Noemi in Australia ha conosciuto Mikkel (che salutiamo), un giovane biondo danese, che con il suo modo pacato e riservato l’ha conquistata. La loro storia, infatti, è una sorta di calamita che li ha poi trasportati in giro per l’Australia, prima, e poi in giro per l’Europa, anche se a causa Covid-19, oggi non sono fisicamente insieme.
Quindi, come avrete ben capito, Noemi rientra in Europa, nel 2015, inizialmente facendo di nuovo base in Italia, mentre ricerca un’occupazione, che presto arriva, si, ma non nello stivale. Da qui infatti, ecco l’ennesima valigia pronta in direzione Bonn (Germania) questa volta, per un’offerta di lavoro diversa all’interno di una multinazionale.
Questa esperienza, che durerà circa 2 anni, le ha permesso di:
- conoscere una realtà e un modo di lavorare diverso,
- rinfrescare il suo tedesco (che oltre all’inglese, il danese e il francese fa parte delle lingue che Noemi parla correntemente);
- iniziare a conoscere lei e Mikkel in un modo diverso rispetto all’esperienza da backpacker in Australia.
Questo periodo insegna a Noemi due cose: che si può trovare una stabilità lavorativa ed economica e poi che lei è italiana. Ed è proprio la relazione con Mikkel (nato e cresciuto in Danimarca), che le ha fatto vedere come non si fosse mai nemmeno soffermata sul fatto di essere italiana, perché quando sei un pesce dentro all’acqua, non ti accorgi di essere nell’acqua, ma quando ti relazioni con un’altra cultura, di colpo scopri che sei italianissimo, che gesticoli in continuazione (io rientro fieramente in questa categoria), urli e sembri sempre agitato. Anche noi, che vediamo le cose brutte del nostro background, parlandone, scopriamo che essere italiani significa essere fieri delle proprie origini, che la pasta va difesa fino alla morte e che nessuno potrà tagliare gli spaghetti di fronte a noi. Italia per Noemi è anche calore, l’esprimersi in modo molto affettuoso, intenso.

Ecco si, Noemi ha scoperto la sua intensità, di cui va fiera e che manterrà sempre, non importa dove l’amore o il lavoro la porteranno.
Ed è proprio sul tema lavoro che Noemi ci insegna qualcosa, anzi, più di qualcosa: in primis che si può cambiare sempre, si può tentare e ritentare, e ci sarà sempre spazio per rimettersi in piedi; in secundis che l’investimento iniziale che viene fatto da un’azienda, ad esempio nell’offrire un contratto indeterminato, è la chiave di volta per creare impegno, fidelizzazione e passione.
Lei dopo l’esperienza in Germania, è alla fine approdata in Scandinavia, e più precisamente nel 2017 è andata, seguendo Mikkel, a Copenaghen, capitale della Danimarca. Qui, anche se inizialmente in difficoltà per la non conoscenza della lingua, Noemi ha trovato il suo spazio, ha provato diversi impieghi, e alla fine è approdata a un lavoro che appunto, come ci raccontava, le poteva permettere di accendere un mutuo per comprare casa (io dopo 7 anni di lavoro in Italia, il mutuo me lo scordo).
Su questo tema lei ravvede che in Italia c’è una grande disparità tra il mondo universitario e il conseguente mondo del lavoro, e soprattutto che molte lauree, nate e improvvisate dai nostri atenei, sfornano neo-disoccupati, che studiano troppo e male, che imparano a memoria libri, codice e altro, e poi nel mondo del lavoro nessuno lì vuole. Questo, in effetti, è quello che è successo a lei, post-lauream, dove alla fine piuttosto che offrirle un contratto, era arrivata la proposta di un lavoro a nero (AIUTO). La sua esperienza in scandinavia, le ha mostrato che ci sono sistemi che funzionano meglio di quello italiano, che offrono più opportunità ai giovani e dove i giovani sono guidati nel loro percorso verso il mondo del lavoro.
Quindi, il suo consiglio è di offrire ai giovani un sistema più strutturato, che non li mandi al macello, con competenze che poi, nel mondo del lavoro, a nessuno serviranno. Imparate ciò che vi serve per lavorare.
E ora? Da 9 mesi Noemi vive in Norvegia, era partita per un’esperienza diversa, cercando un lavoro nella natura norvegese, poi lo sappiamo, il 2020 e la pandemia hanno colpito tutti, incluso il Nord, ed è stato qui, che lei e Mikkel si sono separati, perché avendo perso la stabilità lavorativa, lui è rientrato a Copenaghen, la sua casa, e lei invece data anche la difficoltà di muoversi tra i paesi, ha deciso di restare in Norvegia, trovando un lavoro ad Oslo. Quindi, anche nel momento di massima crisi mondiale, lei ha affrontato la situazione, ben peggiore di quella che hanno vissuto tanti altri, che hanno mantenuto il lavoro, la casa e l’amore, ed è riuscita a trovare un lavoro e una casa. GRANDE NOEMI!

In questo preciso istante, la loro storia è una relazione a distanza, ma ovviamente stanno progettando un futuro e attendono che le cose si calmino, mondialmente, per poi tornare a stare insieme. E come canterebbero i Radiohead “True love waits“.
Io conosco Noemi da più di 10 anni, ed è stata per me fonte di ispirazione, lei che non ha mai mollato, che si è sempre messa in discussione e ha accettato le sue mancanze, colmandole, ma soprattutto ha messo al primo posto i suoi sogni, le sue passioni, sacrificando rapporti (ad esempio con la lontananza da casa), sacrificando comodità e senza il famoso concetto “del culo parato”. Io la ammiro, e la sua è una storia che adoro ascoltare, che merita di essere ascoltata e che dovrebbe essere ascoltata da tutti, e sono felice di avervela potuta raccontare.
Grazie Noemi, per rispettarti nei tuoi principi.