Valentina, per amore ha messo in discussione tutto
Ciao a tutti, e ben ritrovati al nostro incontro su Chiacchiere, sezione di Hippo Bee, nata per raccontare storie straordinarie di donne ordinarie (ma mica tanto).

Con questo articolo, ho la fortuna, anzi, priviliegio, di raccontare una storia di amore, forza, coraggio e gentilezza (e tutti insieme).
Mi sono fatta una bellissima chiacchierata con Valentina, l’eroina di questa storia, che, come me, è nata e cresciuta in quella parte sperduta di Nord Est italiano, dove a volte si perde la concezione di ciò che c’è intorno, al di fuori e più in là.
Valentina è la ragazza della porta accanto, capello liscio, scuro, un sorriso sincero e nessuna sovrastruttura. Si presenta come la persona più calma del mondo, anche se lei, durante il nostro incontro, è in dolce attesa e proprio agli ultimi giorni. Da qui si intravede la calma, quella di chi, molto probabilmente, sa che la vita è fatta anche di lunghe attese.

Il racconto inizia, e dopo una vita di studi, e una laurea in psicologia conseguita a Padova, Valentina per la prima volta sente quello che Jack London ha chiamato “il richiamo della foresta”, un semplice, ma sempre più impellente bisogno di conoscere ciò che è altro, ciò che è diverso, ma che senti tuo.
La ricerca della sua foresta, in questo caso, è l’occasione di un percorso di aiuto umanitario in Portogallo, a Lisbona per la precisione. Ed è qui che per 18 mesi lei fa il suo incontro con il diverso, con l’altro, lavorando in una casa famiglia per giovani con problemi. Lo sguardo parla chiaro, Valentina ha potuto scoprire qualcosa che forse in molti non vedeno nemmeno: il dolore, quello vero, di vite giovani già così difficili e la consapevolezza che gli stereotipi, i pregiudizi e i luoghi comuni non servono a nulla. Lo si intravede pian piano, ma lei ce lo conferma, il Portogallo l’ha portata a vedere qualcosa che non immaginava, e ora che l’ha scoperto, non ci rinuncerà più.
In fondo la consapevolezza dell’altro è un concetto che tutti abbiamo assimilato, ma a cui spesso rispondiamo con la paura o con la chiusura. Valentina invece ha imparato a rispondere con la gentilezza e con l’apertura.

Con un bagaglio sicuramente più ingombrante, ma non per questo più pesante, la rivediamo quindi tornare a casa, nel nord est italiano, che forse non è ancora pronto per tutta questa apertura, ma in fondo chissenefrega, lei ha visto un po’ oltre, e così inizia a strutturare la propria versione 2.0, trovando un lavoro nel suo ambito, iniziando una scuola di specializzazione e dedicandosi alla crescita di sé stessa.
Valentina ha infatti collaborato con una cooperativa, sempre all’interno di programmi per l’aiuto di giovani e ha inoltre, con impegno e costanza conseguito anche l’abilitazione a psicoterapeuta, seguendo una scuola di specializzazione a Padova.

Ed è in questo marasma di impegni e pensieri, che nel 2015, nel momento di boom dell’arrivo dei profughi in Italia, si offre volontaria in uno dei centri di rifugiati, istituito in zona. La paura, come ammette, non mancava, anche perché il vociare del popolo era tanto e lei non aveva ancora formulato una sua idea precisa su queste persone. Si sa, chi ha paura usa il razzismo come arma di difesa, poi c’è chi ignora, e poi chi curioso si avvicina, tendendo una mano. “Vuoi che siano tutti dei mostri? No, non lo sono.” Ce lo conferma il suo sguardo, ce lo conferma lei, con la sua esperienza di volontariato, dove tra dispensare pasti caldi e dare lezioni di lingua, è riuscita a guadagnare il soprannome di “Maestra dei nigeriani“, perché a differenza degli altri volontari, era riuscita a creare un canale di comunicazione con questa etnia, più diffidente e attenta. A volte i segni sono chiari, Valentina forse 5 anni fa non lo vedeva, ma lo vediamo noi oggi mentre ci racconta la sua storia, mentre ci dice che era l’unica a legare con questa gente diffidente, a conquistare la loro fiducia, e poi si, anche il loro amore.

Così si innamora di Okechukwu (profugo nigeriano), in modo delicato e dolce, ci racconta che non è stato un sentimento esplosivo o dirompente, ma che è nato come le grotte, goccia dopo goccia hanno scavato fino a raggiungere un’intesa che va oltre il colore della pelle, la cultura e i confini. Questo è un amore che nasce nella difficoltà, ma non di certo meno forte o meno importante di altri.
La storia parte subito in salita, infatti Okechukwu decide di spostarsi verso lidi più accoglienti e prosperi dell’Italia, e si trasferisce nel sud della Germania, mettendo subito Valentina nella situazione di dover scegliere se mettersi in gioco al 100% o abbandonare. Lei sa che c’è qualcosa di più, un motivo più profondo per andare oltre, ed è quindi qui che si abbandona al sentimento, e va in Germania, a rivederlo. Non serve dirvi che da questo momento ha inizio una storia distanza e una battaglia burocratica infinita (grazie alle nostre inutili sovrastrutture), che si compie di fatto con viaggi su e giù per la Germania e l’attesa.

Il viaggio che Valentina e Okechukwu, che dopo più di due anni, gli ha finalmente permesso di riunirsi in Italia, si è però gonfiato non solo di problematiche burocratiche, ma di tanti pregiudizi e difficoltà, che hanno messo a prova la loro forza.
Infatti, quando è riuscito a tornare in Italia, e hanno quindi potuto iniziare in modo stabile la loro storia, non sono stati molti i fan di questa relazione, e Valentina ha dovuto vedere parenti e amici che si schieravano dal lato opposto.

Ciò che si ammira subito, in questa storia, è la delicatezza e la spontaneità con cui Valentina ce ne parla, senza usare toni aggressivi, senza insultare, cosciente che la sua battaglia non è ancora finita, e che va combattuta con le armi del rispetto e della tollerenza. Chapeau!
Nel 2018, nel turbinio di questo amore elegante e silenzioso, è arrivato Francesco, il loro primo figlio, che con la sua esistenza ci conferma che l’amore supera ogni barriera od ostacolo.

Mentre ne stiamo parlando, sappiamo che Valentina aspetta Niccolò, in arrivo a brevissimo, così, se qualcuno ancora dubitava di questo legame, può smetterla.
Certo, la battaglia non finisce qui, non termina con questo articolo, perché le persone avranno sempre qualcosa di razzista e ignorante da dire, e anche se loro sono superiori, come ci conferma Valentina, questa ignoranza fa male e non va assecondata.
Grazie per aver condiviso con Hippo Bee questa storia, avevamo bisogno di un lieto fine.
A voi, famiglia forte, chiediamo di non cambiare mai, e di portare il verbo del rispetto e della tolleranza ovunque andiate, e a Valentina e Niccolò facciamo un grandissimo in bocca al lupo (non vediamo l’ora di conoscerlo).
Grazie Valentina, per averci dato una storia a lieto fine, piena di colori e calore.